Ti sei mai chiesto come avviene la realizzazione di oggetti tridimensionali
Sei nel posto giusto! Oggi 3DFlix è qui per spiegarti come funziona la stampa 3D.
Tutto nasce nel 1982, con l’invenzione della stereolitografia da parte dell’ingegnere e imprenditore statunitense Chuck Hull. Egli riesce ad ottenere il brevetto nel 1986 e, a partire dagli anni ’90, inizia a distribuire stampanti 3D.
E’ da questo momento che inizia la storia di questo tipo di stampa.

Cosa si intende con il termine “stampa 3D”?

Partiamo dal comprendere cosa si intende con il termine “stampa 3D”, ovvero un processo additivo che permette la realizzazione di oggetti tridimensionali, partendo da un modello in formato digitale. Questo tipo di procedimento consiste nel depositare un certo materiale su una superficie, sovrapponendo più strati, fino alla creazione dell’oggetto.

Come avviene la realizzazione di un oggetto 3D?

I passaggi principali per arrivare ad ottenere un prodotto finito sono 4:

  1. Generazione di un modello tridimensionale digitale
  2. Elaborazione del modello attraverso un software di slicing, il quale suddivide l’oggetto disegnato in sottili strati bidimensionali (layer) e produce un file in linguaggio macchina (G-Code)
  3. Scelta del materiale disponibile e opportuno per dare avvio alla stampa
  4. Eventuali lavorazioni post-stampa, come ad esempio la verniciatura

Quali sono i diversi tipi di stampanti 3D?

La stampa 3D, apparentemente di nicchia, al giorno d’oggi è alla portata di tutti. Viene impiegata nei settori più vari, a partire da quello medico, fino all’alimentare, per arrivare al campo edilizio. Oltre all’utilizzo a livello industriale però, ci sono i makers che sfruttano la stampa per la produzione di piccoli oggetti grazie all’enorme vantaggio di personalizzazione.
Sulla base della grande varietà di materiali e tecniche utilizzati, si distinguono 3 categorie di stampanti:

  • FDM, stampanti a filamento, caratterizzate da un ugello riscaldato che, fondendo un filamento di materiale termoplastico, lo deposita sulla piattaforma di stampa;
  • SLA, stereolitografia, contraddistinta dal fatto che vengono sfruttate fonti di luce (un laser o un proiettore) per polimerizzare la resina liquida e trasformarla in plastica dura;
  • SLS, stampanti a laser, sfruttano un laser come fonte di energia termica, per la fusione tra particelle di polvere polimerica in un’area di costruzione, senza il bisogno di un supporto nella fase di stampa.

Abbiamo quindi capito che, in base ai propri bisogni, in base all’oggetto specifico da stampare, si può fare ricorso a tipologie di stampanti differenti, ognuna con propri vantaggi e svantaggi. 
Inoltre, il campo di applicazione della stampa 3D sta diventando sempre più ampio e chissà nei prossimi decenni fino a dove riuscirà ad arrivare. 

Facci sapere nei commenti se hai trovato quello che cercavi o se vorresti approfondire qualche altro argomento. 3DFlix è in continua evoluzione, pronto a soddisfare ogni tua curiosità. Buona Stampa!

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